DONARE IL MIDOLLO OSSEO

Il midollo è un tessuto contenuto nella cavità delle ossa (da non confondere con il midollo spinale che fa invece parte del Sistema Nervoso) e costituito da cellule totipotenti in grado cioè, secondo le necessità, di originare globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. È localizzato nella parte più interna di molte ossa (vertebre, cranio, coste, […]

Serena
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Il midollo è un tessuto contenuto nella cavità delle ossa (da non confondere con il midollo spinale che fa invece parte del Sistema Nervoso) e costituito da cellule totipotenti in grado cioè, secondo le necessità, di originare globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. È localizzato nella parte più interna di molte ossa (vertebre, cranio, coste, ossa lunghe delle braccia e delle gambe), la cosiddetta parte spugnosa, dove le cellule emopoietiche sono mescolate a grasso e ad altri tipi di cellule. Le cellule utilizzate per il trapianto sono le staminali emopoietiche (CSE), progenitrici di tutte le linee cellulari del sangue, il che significa che sono in grado di generare globuli rossi, bianchi e piastrine.

Le staminali vanno incontro a un processo di maturazione e differenziamento che dà luogo a cellule sempre più specializzate. Fondamentale è anche la loro capacità di replicarsi, il loro numero rimane infatti invariato durante tutta la nostra vita anche se dovessero in parte venire prelevate, come avviene quando si dona il midollo osseo. Possono venire prelevate dal midollo osseo, appunto, ma anche dal sangue presente nel cordone ombelicale al momento del parto ed ora anche dal sangue periferico. Differentemente dalla donazione di organi e tessuti, che avviene dopo la morte, quella delle cellule staminali ematopoietiche avviene da vivi.

Per molti pazienti affetti da malattie ematologiche neoplastiche (leucemie, mieloma multiplo, linfomi) e non neoplastiche (anemia aplastica, talassemie, anemia di Fanconi) il trapianto di midollo osseo rappresenta una valida possibilità di trattamento e guarigione.

Per capire l’influenza che può avere la presenza di un volontario in più o in meno nel registro dei donatori di midollo osseo basta soffermarsi su due dati in particolare. Innanzitutto si può stimare che nella sola Italia circa un migliaio di persone ogni anno, di cui quasi la metà bambini, potrebbe trovare beneficio da questo tipo di intervento che, in molti casi, rappresenta l’unica alternativa per continuare a vivere.  In secondo luogo nell’ambito familiare, per quanto possa sembrare strano, non è così facile trovare un donatore compatibile (questa compatibilità, infatti, si verifica una sola volta su quattro).

Come fare per donare il midollo osseo

Ogni persona sana può diventare donatore di midollo osseo e candidarsi a compiere un grande gesto di solidarietà umana, indispensabile per salvare una vita.

Per diventare donatore è necessario, innanzi tutto, iscriversi al Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo, internazionalmente noto come Italian Bone Marrow Donor Registry o IBMDR (la banca dati mondiale dei donatori), e  costituito dall’insieme di tutti i Registri Regionali.

Quando per salvare una vita si rende necessario un trapianto di midollo e non si trova un familiare compatibile, allora è possibile fare ricorso al Registro dei donatori di midollo. Si tratta di un elenco informatizzato, un archivio elettronico, presente in oltre 30 Paesi del mondo in collegamento tra di loro. Uno stupefacente s.o.s. per la vita, senza frontiere.

Per diventare donatori di midollo basta quindi rivolgersi ad un Servizio Trasfusionale sul proprio territorio che sia deputato all’arruolamento dei donatori di midollo osseo.

 

Più giovani si iscrivono al Registro, più vite si possono salvare.

L’età del donatore deve essere compresa tra i 18 e i 35 anni, lo stato di salute deve essere buono e non devono essere presenti malattie croniche né virus responsabili di epatiti o di AIDS (compresi i portatori sani).

Per iscriversi al Registro si deve compilare il modulo di “consenso informato” e sottoporsi a un semplice esame del sangue, detto “tipizzazione”. Tutte le prestazioni per l’iscrizione nel Registro sono gratuite, in quanto a carico del Servizio sanitario nazionale.

Se le caratteristiche del sangue del donatore trovano un corrispettivo con quello di uno dei pazienti in lista d’attesa verranno effettuati ulteriori esami di approfondimento. E’ evidente, quindi, che ogni soggetto in più disposto a donare il proprio midollo aumenta, sebbene in minima parte, la possibilità di trovare la giusta combinazione “donatore-ricevente”.

Attualmente tale probabilità, considerato l’elevato numero di combinazioni possibili (polimorfismo) di HLA, in rapporto alla frequenza delle caratteristiche (fenotipo) considerate, può oscillare da 1 su 1.000 a 1 su 100.000.

Chi dona il midollo non subisce alcuna menomazione. Il sangue midollare prelevato, infatti, si riforma spontaneamente. Tanto che il dono può essere ripetuto.

Nel momento in cui gli esami di compatibilità donatore-ricevente danno esito positivo inizia l’iter vero e prorip che conurrà alla possibilità di effettuare un  trapianto di midollo.

Il donatore di midollo osseo dovrà assentarsi dal lavoro e dalle sue normali attività complessivamente per non più di una settimana. Il midollo prelevato si ricostituisce da solo in 7-10 giorni, quindi non si vengono a creare condizioni di carenze di alcun tipo. Non è necessario assumere farmaci né prima né dopo la donazione.

Come avviene il prelievo… il giorno della donazione

Una volta trovato il soggetto compatibile e consenziente alla trasfusione di midollo, il prelievo del tessuto sano del donatore avviene in anestesia generale o epidurale.
Sotto anestesia (in media 45 minuti), con un ago, viene prelevata dalle ossa del bacino, la quantità di midollo osseo necessaria al trapianto (variazioni di valori in base all’età e al peso del paziente; in media 1.000 cc.).

Durante il prelievo, in genere, è trasfusa un’unità di sangue, precedentemente prelevata al paziente stesso alcuni giorni prima dell’intervento (questo per evitare rischi di infezione da trasfusione, essendo la parte trasfusa il suo stesso sangue). Subito dopo il prelievo il donatore è tenuto in costante osservazione per 12-24 ore prima di tornare a casa, dove poi è consigliato un periodo di riposo di almeno 4-5 giorni.

Unico rischio per il donatore, in genere, è quello anestesiologico, quantificabile in circa 1:30.000 / 1:35.000. Per quanto riguarda il dolore, invece, il paziente avverte generalmente solo una lieve dolenza nella zona del prelievo, che, però, già all’uscita dall’ospedale tende a ridursi notevolmente e a scomparire in pochi giorni. Dopo circa due settimane dal trapianto, il midollo prelevato al donatore si ricostruisce e l’organismo del soggetto, quindi, non rischia alcuna carenza o anomalia.

Come diventare un donatore di midollo osseo

Chi desidera diventare donatore di midollo osseo o ricevere qualsiasi altra informazione sul trapianto di midollo può rivolgersi all’ADMO, attraverso il sito www.admo.it , oppure utilizzando l’indirizzo e-mail admo@iol.it .

E’ anche possibile telefonare all’ADMO, sede Federazione italiana, utilizzando il numero 02.39000855 o richiedere materiale al numero di fax 02.39001170.

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